Sulla natura contraddittoria degli slovacchi
Quattro mesi di Slovacchia dopo, durante i quali ho passato ogni giorno insieme a slovacchi di zone diverse, un’idea me la sono fatta.
L’UNESCO e i Patrimoni dell’Umanità
Partiamo da questo grande punto interrogativo, che dondola come una spada di Damocle su un’assonnata Slovacchia.
Ma i Patrimoni UNESCO li hanno scelti a caso, puntando il dito a occhi chiusi sulla mappa?
Perché ce ne vuole di buona volontà per decidere di salvaguardare 4 case di legno in un villaggio senza abitanti. Ed è tutto a pagamento. Se tu volessi pagare, ma non vuoi perché è anche tutto chiuso e non c’è nessuno ad aprirti.
Già ce lo vedo il prete che si sveglia una mattina e tra le notifiche di Facebook trova: Castello di Bardejov, sei stato nominato.
“Perpetuaaaa, siamo in lista! Allora TAC! 5€ l’ingresso + 2€ di permesso per scattare foto + parcheggio a pagamento. Te l’avevo detto che quest’anno ci scappava una settimana ai Caraibi!”
Donne du du du
L’organizzazione della famiglia è nelle mani di una dittatura matriarcale incontrastata, mentre l’uomo è un personaggio retrocesso al ruolo di controfigura. Ma come fai a dire di no a una bella biondona sui tacchi e con gli artigli?
Così, in casa gli uomini sono silenziosi e composti come Dr Jekill e fuori si trasformano in Mr Hyde con un ruggito liberatorio, scolandosi litri di alcolici per dimenticare.
Allo stesso tempo, usanza vuole che fuori di casa la donna sia un soprammobile d’accompagnamento del marito, e gli altri uomini non sono tenuti a fare la vostra conoscenza né tantomeno a dirvi “buongiorno”.
Sempre durante la stessa configurazione scenografica, può capitare che l’uomo che sta parlando da un’ora col vostro compagno, a un certo punto si volti verso di voi per domandarvi se vostro marito ha il permesso di bere un altro bicchiere, perché “è la donna che comanda“. Sì, la stessa di prima che non avete salutato.
Old habits die hard
L’imperatore Francesco Giuseppe aveva il pessimo vizio di svegliarsi alle 4 di mattina, perché qui il sole sorge presto. Per non essere da meno dei capricci di sfarzosi Luigi Quattordicesimi disseminati a Occidente, ebbe la bella idea di obbligare la servitù a fare altrettanto, sarà stata la menopausa. Mentre le sue città russavano dal confine svizzero a quello turco.
Ed è per questa disdicevole abitudine che se hai intenzione di cenare fuori alle 20 ci sono ottime probabilità di trovare tutto chiuso. Perché quelli hanno già cenato alle 17 (mentre bevono il the, così fanno 2 al prezzo di 1) e a quell’ora stanno già andando in discoteca.
I limiti
I limiti a 50 km/h non sono solo decorativi, come si usa da noi in Italia. Qui sono veri e li devi rispettare VERAMENTE. Così com’è vera la polizia sparpagliata ad ogni angolo, che ti fa la multa anche se sfori di 5 km/h. Altro che tedeschi. Però se sei un po’ leccaculo puoi contrattare.
Sul set di Tinto Brass
Gli slovacchi fanno “sì” con la testa nello stesso momento in cui ti stanno dicendo “no”. All’inizio ho pensato che mi stessero prendendo in giro. Poi ho capito che hanno il vizio un po’ francese di cambiare le parole rispetto a tutto il resto d’Europa per sentirsi unici e bellissimi. Così, in Slovacchia “no” vuol dire “sì”. Ma non avevo sentito la parola per intero: infatti, andando più in profondità, è un vero e proprio ano. “ano” tra virgolette, pardon. Ebbene, sì. Ebbene, ano.
Io e mio fratello non avremmo lo stesso cognome
Se sei una donna, verrà aggiunto il suffisso “ova” al tuo cognome, che ti bolla irrimediabilmente come femmina.
E al diavolo ogni possibilità di fare la Isabelle Eberhardt di turno o entrare fischiettando discretamente nello spogliatoio uomini dello Squash. eccheccacchio.
Neve a Capodanno, neve tutto l’anno
A parte questo in cui ci sono venuta io, qui l’inverno è pieno di neve.
Ci siamo persi a Spania Dolina, un paesino di pochi abitanti. Un’anziana signora ci ha accolto in casa sua raccontandoci come ogni inverno gli uomini andassero alla miniera e le donne non potessero fare altro che restare in casa. Per divertirsi, facevano centrini con il paličkovanie, una specie di panettone dove vengono infilzati tanti spilli intorno ai quali vengono fatti passare dei fili arrotolati a rocchetti di legno (ho poi scoperto che ce l’abbiamo anche in Italia e si chiama “tombolo”). Ci ha mostrato tutto il corredo regresso, fino ad arrivare alla notte dei tempi con i centrini della nonna. Nel partire ci ha salutato con un “e sbagliatevi ancora di strada!” però io a passare l’inverno a fare calze e centrini davanti alla finestra… ma anche no.
Insomma, ringrazio il Signore per avermi fatto nascere al di sotto delle Alpi.
Ma in Slovacchia ci torno volentieri per la Slivovica (grappa 55%), la Kofola (come la Coca-Cola ma fatta di erbe e senza aspartame) e la Vinea (vino bianco frizzante senza alcool). I menu a 3€ nei ristoranti. I second hand, fantastici negozi di abbigliamento usato sparsi in tutta la regione e frequentatissimi dagli slovacchi. I cervi a valle che li vedi dall’autostrada mentre brulicano l’erba.
Ma, soprattutto, perché non hanno ancora inventato i vegetariani.
Lia, cara “trotamundos” ….. tu “troti” perché hai già il “mundos” dentro di te!!
Lo so, l’ho visto, l’ho sentito nella mia cara masseria.
Un forte abbraccio, cara castellana…………..castellana del mondo!
Stefagna
..psss….Roma ti aspetta………….la Roma vera….
spero a presto…
Stefania!!! che bello ritrovarti qui! e grazie per le tue parole meravigliose, mi tengo ancora stretto il profumo dei giorni insieme qui in masseria!
Spero proprio di passare da Roma a fine stagione, mai dire mai!
qua ci mancate tantissimo!!! tornateeeee 🙂
un abbraccione forte!
Ciao sono Raffaella e vorrei conoscerti.Se è possibile.Visto che sto’per partire per l’ignoto potrebbe essere l’occasione,forse l’unica .
Magari ti fermi in qualche posto per un po’…che ne so’.Probabilmente questo messaggio finira’nell’etere e si perderá …
Ti stimo molto per il coraggio che hai dimostrato!
Ciao Raffalla! Tempismo, eh? magari sei già tornata? probabilmente mi fermerò un po’ in Italia da fine aprile, chissà se sarai ancora da queste parti 🙂