Canzone dei dodici mesi
Ed eccoci al 27° giro di boa, che ‘stavolta mi tocca farlo a nuoto visto che la barca è rimasta ai Caraibi a riempirsi la chiglia di alghe.
A giugno si fanno i bilanci, chi col commercialista e chi con se stesso. Per quest’anno ho ancora la fortuna di farlo senza l’IVA al 22%.
Un anno fa festeggiavo il mio compleanno ubriacandomi di rhum&cola e lacrime di Guanaroca seduta sul muretto a guardare la mia Cuba. Ad un anno di distanza niente è più lo stesso, se non le zanzare.
Un anno fa parlavo lo spagnolo e non il francese, adesso è il contrario. L’inglese, invece, è sempre smozzico.
In 365 giorni non ho fatto altro che sorridere, ridere, piangere, incazzarmi, gioire, correre, nuotare. E tutto questo mi ha portato solo rughe che mi resteranno per sempre. Come per sempre mi resteranno tutte quelle emozioni che le hanno provocate.
Ho perso il conto di quante volte ho tirato fuori il pollice per fare l’autostop ma non ho dimenticato nemmeno una delle persone che mi hanno aiutato ad arrivare dove volevo.
Ho conquistato Guadalupa, l’isola delle mie tante famiglie. Poi Marie-Galante, Les Saints, Antigua e Barbuda. E poi faceva troppo caldo, così ho allargato i confini del mio feudo esplorando Slovacchia, Ungheria, Polonia e Slovenia.
Ho provato a tornare single almeno una volta ogni 28 giorni ma quello che sopporta tutte le mie manie di partenza e viaggi a cazzo non si è lasciato impietosire come speravo.
Nonostante le relazioni a intermittenza, i miei straordinari amici sono ancora seduti sul pavimento con me – ancora un po’ di vino? – e le patatine di Rocco.
Il mio orizzonte immaturo resta limitato al presente ma si allarga sconfinato sulle praterie del mondo intero.
E mentre anche l’ultima candela di mezzanotte si spegne scoppiettando, penso che da quando ho imparato a nascere, la meraviglia della vita festeggia il compleanno ogni giorno.