Viaggiare senza soldi (o quasi) si può: come fare
Sono tante le persone che mi chiedono come si possa viaggiare per così tanto tempo avendo lasciato il lavoro.
Prima di partire ci pensavo anch’io, ma non trovando risposte ho deciso di andarmele a cercare.
Qui alcune di quelle che ho collezionato durante il viaggio – le basi fondamentali – grazie alle quali non utilizzo la carta di credito da ormai svariati mesi!
Come dormire gratuitamente: Couchsurfing
Il primo taglio importante da fare al budget è il pernottamento.
Non smetterò mai di recitare una preghiera prima di andare a letto per chi ha avuto quest’idea tanto semplice quanto geniale.
“Insegna, impara, condividi”. Questo il motto, queste le regole del gioco sul sito di Couchsurfing.
Per chi ancora non lo conoscesse, “surfare sui divani” è un modo a costo zero ma soprattutto intenso di viaggiare.
In tutto il mondo, anche nei piccoli paesini dimenticati da Dio, c’è un couchsurfer pronto a condividere un divano con voi!
Ma attenzione, perché “divano” vuol dire tante cose fuorché “questa casa è un albergo”.
Fare couchsurfing significa infatti praticare una lingua straniera, mangiare pane, lardo e cipolle a colazione, cucinare insieme per il pranzo mescolando un vino italiano con una Slivovica 55° come aperitivo. Vuol dire scoprire gli angoli nascosti delle città con un Cicerone personale che ti spiega aneddoti e curiosità portandoti su terreni non battuti dai turisti.
“E cosa do io in cambio?”
Comprare è la cosa più comune che ci abbiano insegnato. Ed è anche quella che – paradossalmente – richiede meno sforzo: pago dunque ho. Quello che invece dovremmo scambiare sono le nostre esperienze, il nostro tempo, il nostro aiuto, la nostra energia. Ed è molto più rischioso, perché la disponibilità è una cosa che non tutti portano nel loro bagaglio.
Chi è abituato a viaggiare, quando non può farlo ha bisogno di farlo attraverso gli altri.
E allora siate il viaggio di chi vi apre le porte della sua casa.
Una vita sulla strada: l’autostop
Un’altra spesa da ridurre al minimo riguarda gli spostamenti. Dimenticate gli aerei, anche se sono economici: arrivare prima non vi farà iniziare prima il viaggio. Abbiamo bisogno di tempo per uscire dalla vita quotidiana e immergerci in quello che stiamo facendo. Lentezza è la parola d’ordine.
L’autostop, che in Italia è visto come un modo facile per mettersi nei guai, è invece molto utilizzato da chi viaggia nel mondo.
Suddividete in tappe il vostro percorso, così sarà più facile arrivare a destinazione. Potrete aver bisogno di un solo passaggio o di 4 diversi per arrivare dove volete, ma non disperate: ogni giorno ci sono auto che fanno la vostra stessa strada.
E a volte, anche se non la fanno, vi ci portano lo stesso!
Dimmi come mangi e ti dirò quanto durerà il tuo viaggio
Anche qui, dimenticate i ristoranti: viaggiare con pochi soldi non vuol dire che avrete un budget di 10€ al giorno! Meno soldi riuscirete a spendere, più a lungo durerà il viaggio. Facile, no?
A volte vi ritroverete con il naso incollato alle vetrine dei ristoranti sentendovi un po’ come la piccola fiammiferaia nella notte di Natale, ma passa presto!
La soluzione perfetta è lo “scambio alla pari”: il vostro tempo e abilità in cambio di vitto e alloggio.
Per farlo, la situazione che preferisco è l’ostello: 4-5 ore al giorno (dipende dall’ostello) per avere in cambio un letto, cibo e wi-fi (che ormai rientra nei bisogni vitali). E mille vite in viaggio di passaggio che sfornano consigli, idee e nuovi amici sparsi per il mondo!
Potete trovare tanti ostelli che hanno bisogno di una mano cercando su HelpX.
Oltre a questo, c’è anche l’utilizzatissimo WorkAway (a ospitarvi sono soprattutto privati) o il più recente WorkingTraveller (che aggiunge la possibilità di essere pagati per il lavoro svolto).
Ma di siti di scambio alla pari ne è pieno internet, basta scegliere secondo le vostre attitudini.
Poi non potete prevedere che il proprietario di un ristorante vi offra la cena, il padrone di un bar vi metta da parte ogni giorno accras de morue e planteur o che un equipaggio annulli la traversata atlantica e vi regali un sacco pieno di carne fresca (con cui abbiamo sfamato un intero ostello per una settimana!).
Il tempo è denaro
Finalmente ho capito quanta verità si nasconda dietro questa frase che puzza di business company milanese. Se non avete fretta, destinazioni, date improrogabili e asap (“as soon as possible”, ndr), allora siete liberi. Per fare cosa? Per vivervi la giornata fino in fondo, scegliendo giorno per giorno chi volete essere e dove.
In questo modo può capitarvi che una famiglia vi ospiti all’ultimo momento in un posto dove non avreste dovuto fermarvi e vi regali una tenda da campeggio ultraleggera, proprio come quella che vi fermavate a fissare imbambolati da Decathlon, sì, proprio quella a 70€.
Oppure che il proprietario dell’ostello vi regali dei vestiti estivi nuovissimi perché lui non li usa, già che l’estate arriva e nel vostro zaino ci sono solo cose invernali. O un thermos per mantenere il the caldo. E un altro delle bottiglie di vino che fa lui. E tante altre cose che vi servivano ma avete aspettato a comprare.
Da quando viaggio, ogni cosa di cui avevo bisogno prima o poi è arrivata.
Poi i segreti dello chef si imparano sulla strada ma con questi ingredienti base potete creare tutte le ricette che volete! E gli imprevisti – fortunatamente – arrivano sempre.
In fondo, oggi è il domani di cui ci preoccupavamo ieri. E non è poi così male!
Ciao,
nel leggere questo post, qualcosa tipo brezza mi ha risvegliato. Mi ha semplicemente incoraggiato a perseguire quell’inquietudine: staccarsi da scrivanie, open space e 4mura diabolicamente abbellite 😉
Buon viaggio e goditi la strada….
Grazie e buon viaggio anche a te viaggiatore!
ciao, nel tuo post ho trovato la risposta ad una delle solite pippe quotidiane sugli impegni improrogabili! Molto piú facile del previsto, adesso posso andare a dormire tranquilla 🙂
Grazie e buon viaggio!
Mi fa piacere sapere di aver scritto qualcosa di utile… non l’ho fatto apposta però, davvero!
È da qualche settimana che ho un’inquietudine che mi da senso di libertà al sol pensiero.
Presto vorrò mettermi in strada come hai fatto tu.
Per ora studio il mio nuovo stile di vita e nei prossimi mesi darò il via.
Buon viaggio 🙂
messo in pratica il nuovo stile di vita? come ci si sente in vesti nuove? 🙂
ciao! volevo capire una cosa: con quale tipo di visto parti: il visto turistico? te lo chiedo perchè sapevo che con quello non si può lavorare….come si può risolvere? grazieeee e davvero tanti complimenti! :)))))) sei una forza!!! ^^
ciao Vale, il visto ti serve solo in determinati paesi, dipende da dove vuoi andare: per esempio quando partii io, in tutto il Sud America il visto era necessario solo in Brasile. è vero, il visto turistico non permette di lavorare e, anche se vuoi fare un’assicurazione, c’è differenza tra assicurazione per turismo e per lavoro. Informati bene prima di decidere il Paese dove ti interessa andare. Io onestamente non ho cercato lavoro in viaggio 🙂
grazie per la risposta. Ma tutti quei lavoretti che hai fatto qua e là, li hai fatti come turista? negli ostelli, nei ristoranti ecc..:)
ero alla pari, vuol dire che non ho mai ricevuto un compenso ma in cambio di qualche ora di lavoro avevo in cambio vitto e alloggio. se tu cerchi un lavoro per qualche settimana o mese, è difficile che qualcuno si prenda la briga di farti un contratto, quindi poco importa quale visto tu abbia 😉
Ciao Brì, bellissima la tua esperienza! Anch’io ho mollato tutto, vivo in Venezuela con il mio compagno Andrea. E abbiamo una vita nuova (che poi è il nome del nostro blog: http://vitanuovaxx.blogspot.com/) qui bisogna adattarsi, ingegnarsi, e avere tanta pazienza per una serie di problematiche presenti nel paese, ma siamo felici e liberi da tutto cio’ che invece in italia ci soffocava! Ho letto con piacere il tuo blog, ritrovandomi nelle tue parole e nei tuoi pensieri…e si dici bene “OGGI E’ IL DOMANI DI CUI CI PREOCCUPAVAMO IERI! E NON E’ POI COSI’ MALE! Ti abbraccio e ti auguro il meglio x la tua avventura!