Secondo giro di giostra: l’Europa in autostop
Potevo starmene ore a ricamare pippe inconcludenti su chi sono – perché sono – dove vado – un fiorino.
Oppure potevo prendere macchina fotografica e sacco a pelo, mettermi davanti al tabellone dei treni e sceglierne uno, possibilmente il più lento, così da avere il tempo di entrare in sintonia col viaggio senza chiedermi continuamente se ho spento il gas.
Invece c’è che questa mattina pesavo 51.2 kg.
La bilancia di casa, che soppesa ritorni e partenze con lo stesso zero da 26 anni e un po’.
Beh. sono 4kg in meno di quando sono partita, un anno e 3 mesi fa.
Smaltite le scorie di smog, tensioni e panini davanti al computer, ‘stamattina mi sentivo come una farfalla: libera e felice.
Ma leggera così rischiavo di volare via.
Così, ho trovato un rimedio omeopatico selfmade che funziona sempre: appesantirmi di uno zaino in spalla. Anzi, ben due questa volta: uno di 10 kg e l’altro di 100kg, ma questo cammina tutto da solo e ogni tanto grugnisce.
Sarà che mi piacciono i viaggi lenti fuori e incasinati dentro, così oggi mi sono rimessa on the road sulle strade d’Europa. Ma senza barche né treni: solo un irresponsabile autostop.
Fiduciosa del fatto che gli autisti invece del cielo guardino il dito, senza interpretarlo come un “Mi piace”.
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